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Da ecosistema urbano nazionale emerge un andamento che possiamo ritrovare bene anche nei dati umbri. Migliorano infatti un po’ ovunque i dati della gestione rifiuti, con la raccolta differenziata che cresce, e al contempo però, malgrado la popolazione diminuisca e malgrado la crisi economica e l’aumento dei tassi di povertà nelle famiglie italiane, aumenta anche il numero delle auto in circolazione. Questo succede in Italia, ma allo stesso modo anche in Umbria.

Perugia nel 2022 ha raggiunto le 76 auto ogni 100 abitanti, esattamente come la media regionale, ed erano 75 fino nell’anno precedente, a Terni arrivano a essere 69 ogni 100 abitanti, anche in questo caso una in più rispetto all’anno prima. Tassi di motorizzazione che ci collocano direttamente ai vertici nazionali, europei e mondiali. Se ad esempio a Perugia ci limitassimo a considerare la sola popolazione residente patentata, che può quindi in teoria guidare un’auto, arriviamo a poter dire che ci sono 1,1 auto per ogni patentato.

Aumentano le auto e aumenta anche lo spazio urbano che dobbiamo dedicare, non solo al transito, ma per il 95% del tempo al parcheggio (sì perché si stima appunto che mediamente un’auto sia per il 95% del tempo parcheggiata e solo per il restante 5% in transito). Si calcola che le auto parcheggiate oggi a Perugia occupino grosso modo il doppio della superficie occupata dalle persone che a Perugia ci vivono. Se considerassimo anche gli spazi necessari per le manovre di parcheggio ogni auto necessita di 25 metri quadrati mediamente e quindi per le auto perugine servirebbero qualcosa come 3 milioni di metri quadrati solo di parcheggi.

Aumentano gli incidenti stradali. Nel 2022 in Umbria ci sono stati 2.252 incidenti con lesioni a persone, il 65% di questi incidenti è avvenuto su strade urbane, e hanno causato la morte di 49 persone e il ferimento di altre 3.076. Tutti dati in aumento marcato rispetto a quelli dell’anno precedente (tranne i morti che sono 4 in meno). Gli incidenti hanno anche un costo economico ovviamente.

Il costo economico dell’auto incide anche e molto nei budget mensili delle famiglie italiane e umbre, per le umbre più che nella media nazionale come d’uopo. Oltre 3.750 euro l’anno la famiglia media umbra la deve dedicare alla voce trasporti, che per noi vuol dire quasi sempre l’acquisto, la gestione e la manutenzione dell’auto. Oltre 500 euro in più all’anno rispetto alla famiglia media nazionale.

Certo tutto ciò non è successo per caso, è il frutto anzi di un “lavoro” costante e articolato. Anzitutto l’Umbria è una regione con una dotazione di strade di interesse nazionale, regionale e provinciale, elevatissima in proporzione al numero di abitanti e di auto circolanti. Ben lo raccontano i dati del Conto Nazionale Infrastrutture e Trasporti che ogni anno produce il ministero dei trasporti, e che ci illustrano come siamo ben sopra la media del centro Italia per quasi tutti i parametri ed anche su molte medie nazionali. Gli stessi dati ci dicono anche che ad esempio i km di strade comunali nel comune di Perugia sono quasi 720, di fatto poco meno del totale dei km gestiti da ANAS in Umbria fino al 2020, il che rende l’idea di quante strade abbiano da manutenere i comuni umbri e così immaginare di quanta parte del budget di risorse pubbliche debbano dedicarvi per farlo.

 

Che ci sia tanto asfalto in Umbria ce lo dice anche un altro dato, quello del consumo di suolo. Nei report annuali di ISPRA sul consumo di suolo emerge tra le altre cose il fatto che quasi il 40% del suolo consumato in Umbria è dedicato a infrastrutture di trasporto o parcheggio, ben al di sopra della media nazionale anche in questo caso.

 

Infine c’è da dire che perfino nelle città, perfino per spostamenti di pochi km (in Italia ISFORT stima che il 30% degli spostamenti quotidiani è inferiore a 2 km e il 50% è tra i 2 e 10 km), gli umbri di fatto usano l’auto. I motivi sono o dovrebbero essere piuttosto chiari: la cattiva qualità e palese insufficienza dei trasporti pubblici urbani e extraurbani, la grande dispersione dei residenti in una miriade di periferie e centri abitati per lo più medi e piccoli con pochi o scarsi servizi di prossimità, cattive politiche urbanistiche che hanno portato alla costruzione di aree residenziali, lavorative e commerciali in zone dove è comodo andarci in auto ma il trasporto pubblico non ci arriva o fornisce un servizio assolutamente insufficiente. In generale ci siamo arrivato con l’abuso di spazio dedicato alle auto, con la perdita di qualità fino alla totale assenza dei percorsi urbani pedonali (per le ciclabili siamo quasi all’anno zero)  che porta insicurezza e totale discomfort per questa modalità di mobilità. Il risultato è che l’auto non è più una scelta ma una totale e malata dipendenza.

 

NOTA: Nell’immagine di copertina dell’articolo l’Umbria rappresentata in base all’indice di prossimità NEXI