Nuove arginature e nuovi diritti edificatori a ridosso dei corsi d’acqua nella conca ternana: così la Regione Umbria sancisce il suo “impegno” in difesa del suolo?

Legambiente: basta consumo e impermeabilizzazione dei suoli, basta argini e briglie lungo i corsi d’acqua che aumentano solo la velocità e la potenza delle acque. Bisogna ridare spazio ai fiumi e intervenire con la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua

Con una tempestività singolare, ieri l’edizione 2023 della giornata mondiale del suolo dedicata alla relazione tra acqua e suolo, è stata celebrata dalla Regione Umbria, dall’assessore Enrico Melasecche e dal Direttore Generale Stefano Nodessi con l’annuncio di nuovi interventi lungo il Fiume Nera e sul reticolo minore nella Conca ternana per “progettare nuovi argini così da liberare parte del territorio dal vincolo idrogeologico e restituire ai cittadini nuovi diritti edificatori”.

Purtroppo i recenti morti in Emilia Romagna e in Toscana e quelli nelle Marche di un anno fa, le esondazioni che periodicamente si susseguono anche in Umbria o gli appelli dei geologi italiani ad ogni catastrofe, non servono come monito per ricordare a tutti noi e soprattutto a chi si occupa di governo e manutenzione del territorio che non si può risolvere il problema delle alluvioni con più opere di difesa e un’artificializzazione ulteriore dei fiumi, non con piogge come quelle che si sono verificate e che si verificheranno in futuro con sempre maggiore frequenza.

Il territorio non si mette in sicurezza contro le alluvioni – commenta Gianni Di Mattia Presidente del Circolo Legambiente Verde Nera Terni Narni Stroncone – continuando a realizzare opere idrauliche per rendere edificabili nuove aree fino ad oggi vincolate, con il risultato che si aumenta sempre di più il rischio complessivo”.

Basta consumo e impermeabilizzazione dei suoli, basta argini e briglie lungo i corsi d’acqua che aumentano solo la velocità e la potenza delle acque. Per evitare dannose e tragiche alluvioni è necessario un cambio deciso di passo – Continua Gianni Di Mattia – Occorre restituire spazio ai fiumi dove ancora possibile e, in particolare, dove questo può garantire non solo più natura e biodiversità, ma anche riduzione del rischio di alluvioni a valle. Ripristinare la salute del suolo, fermare il consumo, adottare sia nelle aree agricole che in quelle urbane e industriali misure che riducano gli effetti dell’impermeabilizzazione e l’artificialità dei corsi d’acqua”.

Infine basta interventi in emergenza secondo la prassi abituale della Regione Umbria e dei Consorzi di Bonifica – conclude il Presidente del Circolo Legambiente Verde Nera Terni Narni Stroncone – costosi e non risolutivi. Bisogna programmare una ordinaria manutenzione e la riqualificazione fluviale rendendo i corsi d’acqua più resilienti al cambiamento climatico. Va individuato un insieme integrato di azioni per riportare i corsi d’acqua e il territorio ad esso più strettamente connesso, in condizioni più naturali, ripristinando le caratteristiche geomorfologiche, fisico-chimiche e biologiche”.