Pendolaria 2017: i numeri dell’Umbria

Pendolari umbri vessati dai costi del trasporto e dai cronici ritardi nei lavori sulle infrastrutture. In Umbria si spendono poche risorse per il trasporto dei pendolari e si privilegiano altre modalità di trasporto che fanno viaggiare molti meno cittadini.

Pendolari umbri vessati dai costi del trasporto e dai cronici ritardi nei lavori sulle infrastrutture. Poche risorse per il trasporto dei pendolari, mentre si privilegiano altre modalità di trasporto che fanno viaggiare molti meno cittadini.

E’ questa la fotografia che emerge leggendo i dati del rapporto Pendolaria 2017, presentato questa mattina da Legambiente.

Per quanto riguarda l’Umbria i dati di Pendolaria ci dicono che tra il 2011 e il 2017 i viaggiatori giornalieri delle ferrovie regionali sono aumentati arrivando al numero di quasi 28.000, ma nel contempo, a totale discapito di questi cittadini che scelgono il mezzo pubblico per muoversi, è aumentato di molto anche il costo dei viaggi +25%, a fronte di un servizio che non ha visto alcun miglioramento e anzi un taglio ai servizi del 9%.

Ma il problema non viene solo da chi gestisce il servizio, la Regione Umbria infatti, da anni ormai, non destina adeguate risorse il servizio di trasporto pubblico dei pendolari: nel 2016 ammontano a 1,5 milioni di euro i fondi per questo servizio, contro cifre dieci volte maggiori spese da altre regioni del centro nord come Abruzzo e Liguria, per non parlare poi di altri territori come la provincia autonoma di Bolzano, la Toscana e la Lombardia che spendono rispettivamente 50, 80 e 150 volte di più della nostra regione.

“Pendolari vessati anche dai cronici ritardi nei lavori sulle infrastrutture oltre che dalle poche risorse investite, contro gli ingenti fondi dirottate verso altre modalità di trasporto che però fanno viaggiare molti meno umbri. – commenta Maurizio Zara vicepresidente di Legambiente Umbria – Emblematico il caso dell’Aeroporto di Perugia per il cui ampliamento la Regione Umbria ha speso 12 milioni di euro invece di comprare nuovi treni, visto che ben più della metà hanno oltre 15 anni di età. Paradigmatico anche il più recente tanto dibattuto investimento sulla fermata nel capoluogo regionale del treno ad alta velocità che a fronte di una spesa stimata di 1,5 milioni di euro si augura di far viaggiare poche centinaia di umbri con le due corse giornaliere all’alba e in tarda serata verso le città di Firenze, Bologna, Milano e Torino”.

“Dati e numeri che confermano quanto diciamo da anni, – conclude Maurizio Zara – ossia che l’Umbria continua ad investire troppo e male su infrastrutture e opere inefficienti e dannose per l’ambiente anziché veicolare quelle risorse verso la mobilità sostenibile soprattutto di coloro che, per studio o per lavoro, utilizzano quotidianamente i mezzi pubblici”