Home Energia e clima 10 motivi per essere contrari al “nodino” di Perugia (tra i tanti possibili)

10 motivi per essere contrari al “nodino” di Perugia (tra i tanti possibili)

10 motivi per essere contrari al “nodino” di Perugia (tra i tanti possibili)

Il progetto da oltre 400 milioni di euro per una nuova strada (una stima molto vecchia certamente da aggiornare al rialzo), l’ormai noto “nodino” di Perugia, sta vedendo la contrapposizione tra la giunta regionale umbra e un gruppo consistente di comitati e associazioni che si oppongono. Il dibattito pubblico, come spesso capita, sembra essersi appiattito e l’assessore alle infrastrutture Melasecche ha portato dalla sua parte anche un comitato locale di Ponte San Giovanni usando un argomento semplice quanto disarmante: “piuttosto che niente, meglio il nodino”, facendo leva sui problemi di traffico e inquinamento generati dal passaggio della superstrada attorno all’abitato del Ponte. L’argomento è disarmante perché come sappiamo il “nodino” non è una soluzione al problema del traffico e all’inquinamento (semmai è una traslazione) e soprattutto chi amministra questa regione non ha finora ritenuto di dover studiare, discutere e valutare ipotesi alternative da mettere in campo malgrado che ve ne fossero i presupposti (la più immediata è quella del raddoppio delle rampe che è indicata peraltro anche nel Piano Urbano di Mobilità Sostenibile di Perugia e nel 2018 fu parimenti indicata dalla stessa ANAS come “risolutiva”).

Abbiamo voluto pertanto elencare e sintetizzare quelle che secondo noi sono 10 ragioni per essere contrari al nodino, che se non altro serva a capire perché noi siamo contrari:

  1. La logica vorrebbe che la politica si interrogasse dapprima analizzando il problema e poi chiamando i tecnici a trovare soluzioni da valutare, qui siamo al paradosso invece di un progetto “donato”, proposto e riproposto, malgrado fosse chiara la sua scarsa efficacia dalle analisi dei flussi di traffico fatte in maniera approfondita in occasione del piano regionale dei trasporti.
  2. Il nodino come noto potrebbe intervenire solo su una porzione del traffico di attraversamento, dato confermato anche dalle rilevazioni fatte a giugno del 2021 da ANAS (molto meno raffinate e prolungate di quelle fatte in occasione nel Piano Regionale dei Trasporti) lasciando irrisolti i problemi di traffico locale che sono il nocciolo del problema (il 93% dei veicoli leggeri vanno e vengono da Perugia, è traffico locale![1]).
  3. Il nodino di Perugia lascerebbe irrisolti gran parte dei problemi di traffico, e specialmente il punto critico costituito dalle gallerie del raccordo Perugia-Bettolle oltremisura intasate di auto nelle ore di punta, che come detto è traffico dato di chi si muove ogni giorno da e per Perugia. I pochi benefici poi sarebbero “mangiati” immediatamente dall’ampliamento dell’area commerciale di Collestrada (già enorme) che il Comune di Perugia ha approvato


  4. Il nodino sarebbe poi l’ennesima opera stradale da manutenere (se venisse realizzato il nodino a quel punto Anas si farebbe carico della manutenzione solo di quello presumibilmente) in una regione dove le strade sono tantissime e perlopiù in condizioni penose
  5. Per la sua realizzazione, il “nodino”, esigerebbe insieme a investimenti ingenti, e con la crescita attuale dei costi delle materie destinati a crescere considerevolmente, e infliggerebbe agli abitanti in prossimità cantieri per anni, rumore, inquinamento dei camion e mezzi di scavo.  Traffico su traffico anche per Ponte San Giovanni.
  6. Oltre ai soldi mal spesi si sottraggono risorse per aggredire in altri modi il vero problema di Perugia, certificato da tutte le statistiche, che sono le troppe auto in transito e il tasso di motorizzazione tra i più elevati d’Italia. Un modello che va invertito e non alimentato.
  7. L’Umbria si dice spesso è isolata, ma lo è soprattutto per l’infrastruttura ferroviaria, quanto a strade abbiamo una dotazione esorbitante rispetto alla media delle altre regioni, siamo ai primi posti per kilometri pro capite di strade statali, regionali e provinciali.
  8. Effetti e tempi di ritorno incerti a fronte di una spesa economica ingente per le casse pubbliche, diretta per lo più a grandi società di costruzione con minimo beneficio per imprese o lavoratori locali.
  9. Addirittura alcuni sognano l’utilizzo delle favolose risorse dal PNRR per fare strade, ignorando completamente cosa può essere finanziato dal PNRR evidentemente, cosa sia la transizione ecologica e il senso delle parole Next Generation Europe. In pratica vorrebbero consegnare alle nuove generazioni altre strade e altro traffico…
  10. A questa miseria intellettuale e a questo modello ci si deve opporre, chiedendo alla politica di provare a fare la politica oppure di cambiare mestiere, a partire da una vera strategia di rilancio della ex FCU e dai progetti per incentivare la mobilità sostenibile in primis dei pendolari e di chi si reca tutti i giorni al lavoro, a scuola e all’università.

 


 


[1] Dai dati del PRT emerge come l’anello stradale attorno Perugia sia attraversato quotidianamente da 200.000 veicoli leggeri e di questi veicoli solo 14.000 effettuano uno spostamento di puro attraversamento del nodo (7% circa del totale), poiché la maggior parte è costituito traffico locale e dai pendolari che vanno e vengono da Perugia ogni giorno. A questo traffico si aggiungono poi circa 14.000 veicoli pesanti, di cui ancora una volta solo il 40-50% effettuano uno spostamento di puro attraversamento.