Ecosistema Urbano Umbria, seconda edizione del dossier sulle performance ambientali delle città umbre

Ecosistema Urbano Umbria, seconda edizione del dossier sulle performance ambientali delle città umbre

Le performance ambientali delle città umbre arretrano.  L’immobilismo delle politiche locali, con poche eccezioni, nella Sempre più auto in circolazione e nessun passo avanti nella transizione energetica alle rinnovabili. Livelli di smog e di perdite lungo la rete idrica che rimangono preoccupanti e consumo di suolo che malgrado la pandemia cresce in maniera significativa in alcune città. Poche note positive che poco incidono sul trend complessivo: tra tutte, l’aumento della raccolta differenziata, quasi generalizzato. La speranza è che le risorse del PNRR e le urgenze imposte da guerra e cambiamenti climatici diano quel coraggio che finora le nostre città non hanno avuto di apportare i cambiamenti necessari.

Legambiente Umbria anche quest’anno ha realizzato il rapporto Ecosistema Urbano Regionale, la versione regionale del più noto dossier nazionale che da ormai 29 anni Legambiente realizza assieme al Sole24Ore e a Ambiente Italia. Nel rapporto umbro si pone in essere una sfida di competitività verso la sostenibilità non soltanto tra le due città capoluogo, Perugia e Terni, ma anche con gli altri 13 Comuni più grandi della Regione, quelli con una popolazione maggiore di 15 mila abitanti (Orvieto, Narni, Foligno, Città di Castello, Spoleto, Gubbio, Assisi, Bastia Umbra, Corciano, Marsciano, Umbertide, Todi e Castiglione del Lago), comuni che tutti insieme arrivano  a coprire il 70% della popolazione umbra. Dai dati analizzati, riferiti al 2020, anno fortemente segnato dall’emergenza pandemica, emerge come le città umbre non migliorino affatto le loro performance ambientali: mentre continua incessante la diminuzione della popolazione umbra le emergenze urbane evidenziate negli anni precedenti rimangono le medesime e riflettono un sostanziale immobilismo nelle politiche improntate alla sostenibilità, seppur con qualche importante eccezione cui guardare per tracciare la rotta del cambiamento su scala regionale.

L’insieme degli indicatori selezionati copre sei principali componenti ambientali presenti in una città: aria, acque, rifiuti, mobilità, suolo e energia per valutare tanto i fattori di pressione e la qualità delle componenti ambientali, quanto la capacità di risposta e di gestione ambientale da parte dei comuni stessi. “Il Dossier sull’Ecosistema Urbano Umbro, – afferma il presidente regionale di Legambiente, Maurizio Zara – da quest’anno si arricchisce di uno strumento web digitale, presente nel sito di Legambiente Umbria, che mira a renderne più facile la navigazione e la fruizione. Lo scopo del nostro lavoro resta sempre quello di creare uno strumento orientativo di confronto e di conoscenza delle questioni e dei dati ambientali delle città umbre. D’altra parte si stanno moltiplicando i tool offerti in primis alle pubbliche amministrazioni per “misurare” e ricalibrare le proprie attività al fine di minimizzare l’impatto ambientale, abbiamo oramai tantissimi dati e informazioni su cui ragionare e quello che tuttavia sorprende è come ancora ci siano amministratori umbri che non vogliano prestare attenzione a questo set di indicatori per confrontarsi con i cittadini e con gli altri territori. Siamo in un periodo di necessari e urgenti cambiamenti che però per poter essere concretamente realizzati devono passare dalla realtà dei territori, dobbiamo ridurre l’uso dell’auto, dobbiamo consumare meno risorse e produrre energia rinnovabile, dobbiamo ridurre gli sprechi di acqua e di suolo, dobbiamo creare un’economia circolare, ma dobbiamo farlo nelle nostre città, piccole o grandi che siano, dobbiamo farlo ora.

La seconda edizione regionale umbra del report – sottolinea Mirko Laurenti, dell’Uff. Scientifico nazionale Legambiente e curatore del rapporto nazionale Ecosistema Urbano – conferma quanto di buono si può fare valutando le performance ambientali dei centri urbani partendo dalla raccolta locale di informazioni dettagliate. Anche in città che non sono capoluoghi. Il lavoro svolto da Legambiente Umbria ha per questo una importanza notevole nella sperimentazione della raccolta capillare di informazioni necessaria a fotografare la situazione del Paese. E’ proprio dai comuni, dai Sindaci, che è necessario partire per cambiare le cose e anche la pandemia ce lo ha dimostrato. Un utilizzo oculato del PNRR a partire dalle città, puntando sul buon lavoro dei Sindaci, può essere un’opportunità concreta di rilancio, con meno auto e mezzi meno inquinanti, più infrastrutture intelligenti e ultra-connesse. Per farlo però serve sapere dove e come intervenire. Serve conoscere bene la realtà urbana.

>> Ecosistema Urbano Regionale 2021 (versione integrale in PDF del rapporto)

Il rapporto Ecosistema Urbano Regionale 2021 è consultabile anche su >> 

 

dove è possibile navigare tutte i dati e le  classifiche, città per città, che contribuiscono a generare la graduatoria finale.

>> Qui invece è consultabile il materiale relativo alla prima edizione 2020

Presentazione dati Ecosistema Urbano in diretta 

 

La classifica di Ecosistema Urbano Umbria 2021:

 

 

Di seguito infine una ulteriore analisi dei dati di Ecosistema Urbano curata da Nicola Cicchitelli del Circolo Legambiente di Perugia e Valli del Tevere